Introduzione al concetto di leader ribelle
Spiegazione di esempi come
Pixar Animation Studios, per introdurre l’importanza dell’innovazione sociale, e l’utilità che può avere nei percorsi aziendali di sviluppo.
Oggi più che mai è fondamentale comprendere l’urgenza di ripensare i modelli di comportamento interpersonale e di leadership.
Questa modellizzazione della leadership fa principalmente riferimento alla proposta di Francesca Gino, Professor of Business Administration presso la Harvard Business School, in tema di Talento Ribelle.
Il Ribelle non è il sistematico “bastian contrario”, non è la persona che semina confusione o vuole sempre complicare le cose semplici. Ribelli, nella accezione che adottiamo, sono quelle persone che sanno sfidare i luoghi comuni e ciò che si dà per scontato, perché innanzitutto sanno abbandonare la comodità dei comportamenti e delle abitudini routinarie.
Il Ribelle è capace di rompere il meccanismo “bloccante” da abitudini e comportamenti obsoleti e non più funzionali, immettendo nei sistemi l’energia del dubbio, della curiosità e della passione. Il Ribelle è un portatore di capacità e competenze costruttive e positive.
Agenda primo giorno
- Come sfidare lo status quo come leader o dipendente
- Perché abbracciare la curiosità fa bene agli affariIn che modo i leader possono svolgere il ruolo di curiosità e perché è importante
- Come i leader possono favorire ambienti In cui gli altri prosperano e sono creativi
- In che modo la ribellione costruttiva è la chiave per un cambiamento positivo nelle organizzazioni
Agenda secondo giorno
- Cosa significa sviluppare una mentalità agile come leader
- Perché l’agilità strategica è la chiave del successo aziendale
- Come i leader possono davvero potenziare gli altri
- In che modo i leader possono condurre efficacemente sia i dirigenti che i seguaci
- Come essere un leader audace in ambienti gerarchici e burocratici
I leader efficaci sono caratterizzati da un pensiero agile: la capacità di prendere decisioni di fronte a circostanze complesse, incerte, ambigue e in rapido cambiamento. La seconda sessione si concentra sul singolo leader e sui modi in cui può rendere più agile il proprio approccio decisionale, ovvero come migliorare la propria capacità di creatività, adattabilità, reattività e diversità. Attingeremo a un caso di studio in cui non si verificano facilmente cambiamenti per parlare di lezioni riferibili a leader di qualsiasi attività di business.
Temi del corso
Le ricerche della Gino l’hanno portata anche a tradurre le caratteristiche dei “ribelli” in otto principi che possono guidare una “leadership ribelle”:
- Cerca la novità: il leader ribelle va continuamente alla ricerca di cose nuove, è vorace ed i suoi interessi sono di ampia portata. Un suo nuovo interesse non ha bisogno di una giustificazione sul momento;
- Incoraggia il dissenso costruttivo: nei gruppi di lavoro trova modalità per favorire l’emergere di pensieri “fuori dagli schemi”, evitando l’uniformarsi ad un pensiero prevalente sopprimendo le alternative;
- Apre le conversazioni, non le chiude: la leadership ribelle pone domande, non dà risposte; raccoglie spunti come occasioni ed opportunità, non esprime giudizi; sollecita feedback e apporti di nuove conoscenze, non cerca di chiudere la discussione;
- Si rileva e riflette: il leader ribelle si mostra com’è, esprime i suoi obiettivi, è trasparente. Nel fare questo spinge gli altri a fare lo stesso e ad esprimersi al meglio. Il focus è sempre quello dei punti di forza da valorizzare e non quello dei punti di debolezza da criticare;
- Impara tutto e poi dimentica: i ribelli conoscono i loro limiti e sanno che non si finisce mai di imparare. Tutto quello che hanno appreso sono disponibili a “dimenticarlo” per metterlo in discussione e scoprire qualcosa di meglio;
- Trova la libertà nei limiti: il ribelle supera le costrizioni per raggiungere la libertà che l’attende dall’altra parte. Spesso sono proprio i limiti i vincoli che possono aiutarci ad innovare e a trovare strade alternative e soluzioni
creative ai nostri problemi;
- Guida in trincea: il leader ribelle è sempre a fianco della “ciurma”. Il leader sa mettersi nei panni degli altri per comprendere le difficoltà che questi incontrano nell’interpretare il proprio ruolo nella vita di ogni giorno. Il leader ribelle non è quello che sta “ai piani alti”, nell’ufficio di radica, è quello che si sporca le mani, con entusiasmo, per motivare il gruppo e guidarlo verso il raggiungimento degli obiettivi comuni;
- Incoraggia gli incidenti fortuiti: i team più “generativi” sono quelli che raccolgo al loro interno persone “diverse”, per formazione, per caratteristiche personali o per interessi. Il leader ribelle favorisce occasioni d’incontro, confronto e condivisione di idee e di progetti tra figure professionali e staff solitamente afferenti ad ambiti aziendali diversi.
Due domande:
– Nelle nostre aziende cerchiamo e selezioniamo “talenti ribelli” o cerchiamo di evitarli?
Sono consapevole della fatica di gestire un “ribelle”. Solitamente sono persone difficili, che ci sollecitano continuamente, che ci chiedono tempo ed investimento nella cura della relazione.
I risultati del lavoro proposto in questo testo evidenziano, però, come spesso l’innovazione, parola da tutti pronunciata (spesso a sproposito), passi proprio dal contributo di “talenti ribelli”. Se, dunque, vogliamo veramente “innovare” e “rinnovare” le nostre aziende credo che dovremo forse imparare a gestire qualche “talento ribelle”.
Un po’ di “talento ribelle” è presente in ciascuno di noi, mi chiedo: quanto lo coltiviamo, lo alimentiamo e cerchiamo di metterlo a frutto? O cerchiamo piuttosto di “tenerlo dormiente” per paura di creare scompiglio, di rompere degli equilibri e delle “comfort zone” nelle quali forse anche noi, in fondo, stiamo bene?